Il vostro Buon Hugh stanco di aspettare le strip si è buttato alla ricerca dei colpevoli... Ecco i Cinque in versione "Real Life" nella loro Locanda preferita. Anche se è ovvio, da Sinistra: Giby,Vincent,Rorynh,Ithil e Moloch Qualcuno dovrebbe decidersi a disegnare... e a continuare la storia...
"Signori, signore, dame, cavalieri, mio amato pubblico... Lasciate che mi presenti." Con un movimento sorprendentemente agile per un uomo dai lunghi capelli completamente candidi e gli occhi profondamente segnati da rughe d'espressione, il vecchio e abile menestrello salta in piedi sul tavolo dove fino a poco fa stava pranzando. "Sì esatto, lasciate che mi presenti. Lo so, lo so che voi non siete un mucchio di bifolchi di paese, si vede dalle espressioni colte dei vostri visi, quindi sicuramente mi avrete gia riconosciuto, sono Hugh, Hugh Ipperdink Il Bardo, il più famoso menestrello delle terre al di qua, al di la, e sotto al mare. Quindi non fatevi sfuggire l'opportunità di sentire la storia che sto per iniziare a raccontarvi per il vostro diletto. Sedete, cari amici, sedete comodi." Pronunciando l'ultima parola,l'allampanato individuo si lascia scivolare seduto sul bordo del tavolo, e tira fuori da una recondita piega del suo manto arlecchino un lungo e affusolato liuto, che inizia a pizzicare con le abili e nodose dita. "Bene. Quella che sto per raccontarvi è una grande storia, forse la più Grande. Narra di luoghi ameni e luoghi terribili, città incantate scintillanti luce liquida come latte e miele e di fortezze nefande ammantate nella più profonda oscurità del Male. Narra di gesta di eroismo, gesta di codardia, amori, affetti, amicizia, odio, lotta, vita, morte. Sì, una grande storia, che sto per iniziare a narrarvi.." L'uomo pare un attimo combattuto, lancia uno sguardo tremulo all'oste dall'altra parte della stanza comune della taverna, e aggiunge, in maniera gioviale: "ah, e ovviamente, mio nobile pubblico prendete una dolce birra chiara, una robusta rossa, o una forte scura mentre mi seguite nel mio narrare, così forse, il mio Mecenate, il nostro Nobile Oste, riterrà giusto offrirmi il pasto che ho appena finito, dato che, come si sa, noi uomini d'arte rifuggiamo il vil denaro, e men che meno ce lo portiamo dietro, ben sapendo che gli uomini di valore preferiscono una storia a un paio di monete." Il bardo sfoggia un sorriso smagliante, ammicca all'oste e inizia a raccontare.